L’OPOD propone un tipo di tramonto solare estremamente raro dalle latitudini italiane: Novaya Zemlya ripreso magistralmente da Roberta Calabrese da Ragusa

L’illusione ottica del Novaya Zemlya (chiamata anche Novaja Zemlja), tipica delle regioni artiche, è un miraggio superiore e consiste nel vedere il disco solare, durante il tramonto, deformato così tanto da apparire come una sottile striscia di luce che si distende lungo la curvatura dell’orizzonte marino per molti gradi di azimut. Il fenomeno può durare diversi minuti e prende nome dall’arcipelago di Novaya Zemlya, nel Mar Glaciale Artico, dove sembra essere stato osservato per la prima volta dall’esploratore W. Barens nel 1596-’97, quando la sua spedizione rimase intrappolata durante l’inverno artico presso Novaya Zemlya. In primavera, due settimane prima del ritorno del Sole sopra l’orizzonte, osservò un’ immagine del disco solare molto schiacciato con il Sole ancora 5 gradi al disotto dell’orizzonte geometrico. Una successiva analisi del fenomeno osservato da Barens spiegò che i raggi luminosi erano rimasti intrappolati oltre 400Km prima di uscire dagli strati inferiori. La causa fisica dell’effetto Novaya Zemlya è simile a quello che genera la Fata Morgana, ovvero una interazione reciproca di più strati d’aria con differenti densità. I quali intrappolano le onde luminose facendole uscire lontano dall’osservatore (tratto da Luci e Colori del Cielo, Ronca Editore).

Rubrica curata da Marco Meniero e Marcella Botti per conto del #GrAG

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