Equinozio viene dal latino aequinoctium, derivato a sua volta da aequa-nox, cioè “notte uguale” in riferimento alla uguale durata del giorno e della notte; oggi, quindi, giorno e notte hanno la stessa durata mentre, da domani le ore di luce diventeranno via via preponderanti rispetto a quelle di buio, fino all’arrivo dell’estate astronomica il prossimo 20 giugno.

Come l’equatore terrestre divide la Terra in due emisferi, nord e sud,  così quello celeste divide il cielo in due emisferi. La costellazione di Orione è ancora ben visibile in questo periodo verso ovest, e l’equatore celeste passa poco a nord di  Mintaka, la più debole delle tre stelle della Cintura del Cacciatore. Mintaka ha declinazione di soli 18 primi d’arco sud (– 00° 18′ e se fosse proprio sull’equatore avrebbe declinazione 0,00).

L’equatore passa poi attraverso l’Unicorno e il Cane Minore, poco meno di 6° a sud di Procione, poi attraversa l’Idra Femmina, la debole costellazione del Sestante e quindi la Vergine, accanto a due stelle dell’asterismo principale, Zaniah (–00° 40′), e Arich (–01° 27′), continuando poi nelle estese costellazioni del Serpente e di Ofiuco.

L’eclittica, cioè la traiettoria apparente annuale del Sole rispetto alle altre stelle, è inclinata sull’equatore celeste di 23° circa, perché l’asse di rotazione terrestre è inclinato di questo angolo rispetto alla perpendicolare al piano dell’orbita di rivoluzione. È proprio questa inclinazione che determina l’alternarsi delle stagioni che non dipende, invece, dalle variazioni di distanza tra Terra e Sole dovute alla forma ellittica e non circolare dell’orbita.

Il momento in cui il Sole attraversa, prospetticamente, l’equatore celeste spostandosi da sud verso nord è detto equinozio di primavera; per i prossimi sei mesi la nostra stella si troverà nell’emisfero settentrionale del cielo, per poi riattraversare nuovamente l’equatore (equinozio autunnale) e tornare a sud.

L’equinozio di primavera, punto di intersezione tra l’equatore e l’eclittica, è noto anche come primo punto d’Ariete, perché anticamente si trovava nell’omonima costellazione mentre oggi si trova in quella adiacente dei Pesci. Ciò deriva dal fatto che l’asse terrestre non punta sempre esattamente nella stessa direzione, per via di un fenomeno noto come precessione. La terra oscilla infatti sul proprio asse con un movimento che è ben rappresentato da quello di una trottola, con la conseguenza che l’asse terrestre descrive un cerchio nel corso di circa 23.000 anni. Quando furono costruite le piramidi d’Egitto, circa 4.500 anni fa, il polo nord celeste era vicino alla stella Thuban, nel Dragone, che era quindi la “stella polare” mentre tra circa 13.000 anni sarà la brillante Vega, nella costellazione della Lira, ad indicarci la posizione del polo nord celeste.

Questa foto, gentile concessione di Giuseppe M.R. Petricca,  mostra proprio il movimento del Sole durante il corso dell’anno. L’analemma a forma di 8 viene causato dall’inclinazione dell’asse terrestre e dalla forma ellittica dell’orbita percorsa dal nostro pianeta intorno al Sole. L’immagine è la somma di più pose fatta, giorno dopo giorno, sempre alla stessa ora, e dimostra come il Sole non rimane ‘fermo’ dal nostro punto di vista, ma si muove pian piano, andando a formare questa figura. Le posizioni, rispettivamente più in basso e più in alto sono, chiaramente, quelle raggiunte dal sole al solstizio d’inverno e a quello d’estate.

Se la Terra percorresse un orbita circolare e il suo asse fosse perfettamente verticale, oltre a non avere l’alternanza delle stagioni, non avremmo un analemma, dato che il Sole sarebbe sempre nello stesso punto alla stessa ora. Se invece l’orbita fosse circolare con l’asse inclinato di 23,27 gradi, come nella nostra realtà, allora i due lobi sarebbero di uguali dimensioni.

 

Per un ulteriore approfondimento in merito al moto apparente del sole:

Il moto apparente del sole e la fascia delle costellazioni dello zodiaco