29P/Schwassmann-Wachmann è una cometa conosciuta tra gli appassionati di astronomia del Sistema Solare per il suo comportamento affascinante. Frequenti outburst di criomagma circondano con una estesa nube di gas un nucleo solido di circa 60km di diametro che si muove in un’orbita interamente situata tra Giove e Saturno con afelio e perielio rispettivamente di 6,3 e 5,7 UA, nella zona dei cosiddetti centauri.

Tra Ottobre e Dicembre 2021 le eruzioni di gas di 29P hanno raggiunto picchi mai osservati prima, generando variazioni di magnitudine da 16 a 11 e richiamando l’attenzione degli astronomi. Rispondendo ad una proposta del Faulkes Telescope Program, il GrAG ha partecipato alla osservazione di questi outburst dedicando una parte del tempo messogli a disposizione sulla rete internazionale di telescopi LCO Global Network.

Le immagini, prese con telescopi terrestri di 2 e 1 metro di diametro, mostrano il rilascio di gas, che si ritiene composto in prevalenza da monossido di carbonio, emesso da bocche vulcaniche asimmetriche e in più eruzioni successive che determinano una nuvola più rarefatta e ampia che circonda nubi più dense provocate da outburst più recenti. La qualità delle fotografie permette di apprezzare la natura asimmetrica dei getti di gas.

Nell’immagine del 26 Ottobre, l’alone esterno raggiunge un diametro prossimo a 600 mila km (oltre quattro volte il diametro di Giove), mentre i getti asimmetrici di gas della zona più luminosa raggiungono una lunghezze dell’ordine di 100 mila km.

29P ripresa tra Ottobre e Dicembre 2021. Immagini riprese con OGG2m001 e TFN1m014 operati da Las Cumbres Observatory

La fotografia dell’8 Dicembre, presa nel momento in cui 29P transita davanti ad una stella di magnitudine 8 in Perseo permette di apprezzare visivamente le dimensioni e la luminosità della chioma.

Nei tre mesi che hanno seguito la sequenza di quattro enormi eruzioni avvenute a Ottobre, il network ha raccolto più di 1000 scatti che permetteranno di caratterizzare il comportamento di 29P sia dal punto di vista fotometrico che visivo. Molti aspetti di questo oggetto sono infatti ancora solo parzialmente spiegati. Si ritiene che il nucleo sia composto da ghiaccio, prevalentemente in stato amorfo, e monossido di carbonio che sublima a seguito di variazioni di temperatura dovute sia al periodico, moderato avvicinamento al Sole, sia alla variazione di esposizione al Sole dovuta alla rotazione del nucleo sul proprio asse. Meno certo è il meccanismo che genera spaccature nella crosta solida ed esplosioni così violente. Una ipotesi è che la variazione di temperatura e pressione porti al passaggio del ghiaccio da uno stato amorfo a cristallino, generando sconvolgimenti caotici nelle sacche interne di monossido di carbonio. Altri idrocarburi semplici come Metano e Ammoniaca potrebbero partecipare al meccanismo che determina le esplosioni.  E’ affascinante che 29P condivida questa attività crio vulcanica – basata su acqua e composti del carbonio – con alcuni dei grandi satelliti di Giove e Saturno, sebbene si ritenga che 29P abbia avuto origine nella nube di Oort e sia stato successivamente confinato in orbita tra Giove e Saturno, dove non è destinato a rimanere a lungo, almeno in tempi astronomici, per le caotiche interazioni gravitazionali che interessano lui e gli altri centauri a causa della vicinanza dei pianeti gitanti.