Massimo Anichini ci invia un bellissimo arcobaleno doppio che si staglia sulle colline del Chianti:
Gli arcobaleni sono senza dubbio una delle manifestazioni ottiche dell’atmosfera che più colpisce l’immaginario e la fantasia dell’uomo. Aristotele, che fu tra i primi studiosi ad analizzarli, nel libro III della sua Meteorologia, parlò di soli tre colori: rosso, verde e blu. Dante Alighieri invece sosteneva che ce ne fossero sette (nel Purgatorio infatti scriveva “…rimanea distinto di sette liste, tutte in quei colori onde fa l’arco il Sole e Delia il cinto”). I primi studiosi islamici invece descrivevano l’arcobaleno come se fosse semplicemente tricolore: rosso, verde e giallo. Nel Rinascimento si stabilì che i colori erano quattro: rosso, blu, verde e giallo; mentre nel XVII secolo si passò a ipotizzarne cinque: rosso, giallo, verde, blu e viola. Scientificamente furono studiati per la prima volta dal matematico Cartesio nel 1637, il quale capì il meccanismo del passaggio della luce nelle gocce d’acqua e calcolò matematicamente la posizione angolare dell’arcobaleno primario. Capì l’importanza della sfericità delle gocce d’acqua nel meccanismo di formazione dell’iride e determinò inoltre che il centro dell’arco è il punto antisolare. Prima di lui si credeva che le gocce avessero la forma delle lacrime.
Rubrica curata da Marco Meniero e Marcella Botti per conto del #GrAG
Per approfondire il tema dell’Arcobaleno consigliamo di leggere l’articolo:
https://www.meniero.it/blog-ultimo-articolo/post/169070/larcobaleno
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