Quando si inizia a fare foto astronomiche, tipicamente, si utilizza una macchina fotografica su cavalletto e ci si trova subito di fronte al problema delle strisciate delle stelle a causa del movimento della Terra. Il classico consiglio per calcolare i tempi di esposizione massimi si utilizza la regola del 600 che dice:
T=600/F
il massimo tempo di esposizione T espresso in secondi è di 600 diviso la lunghezza focale espressa in mm. Quindi per un obiettivo di 50mm avremo un tempo di 12 secondi prima di avere mosso. Di tale regola ce ne è una versione con 500 al posto di 600 che funziona in maniera abbastanza simile. Essendo una forte approssimazione potrebbe non essere utile per tutti e qui vogliamo dare una precisa indicazione la lunghezza della traccia di una stella in pixel nello scatto in base ai seguenti parametri:
F = lunghezza focale in mm del telescopio o obiettivo
p = grandezza in micrometri del pixel del sensore (CCD o camera)
t = tempo di esposizione di un singolo scatto in secondi
d = declinazione dell’oggetto in gradi (distanza dal polo)
tipo di camera = selezionare il tipo di camera se pieno formato, Full Frame, o APS-C, medio formato, Canon o Nikon
Come potete vedere facendo delle prove bastano veramente pochi secondi per avere stelle allungate e già con un 50mm si hanno stelle che occupano due pixel già con cinque secondi di esposizione. Tenete presente che valori anche di tre o quattro pixel non sono così significativi in scatti a campo largo, mentre diventano importanti in foto con focali lunghe.
E’ importante vedere anche come varia la traccia in caso che stiamo fotografando una stella vicino allo zenit o vicino all’orizzonte.
Ricordo che la lunghezza focale degli obiettivi sono calcolati per macchine fotografiche a pieno formato, Full Frame, e nel caso di APSC, o medio formato, deve essere moltiplicato per un valore 1,6 per le Canon e 1,5 per le Nikon. Così un 50mm diventa 80mm per una Canon del tipo 1100D.