Vissuta a cavallo di due secoli (1750 – 1848), grazie ai suoi preziosi studi ha tracciato un ponte fra astronomia antica e astronomia moderna, in linea con lo spirito settecentesco di catalogazione e ordine.
Purtroppo a quell’epoca alle donne era precluso l’accesso alle università e alle accademie scientifiche, una enorme sfida per Caroline, ed è per questo che la sua storia si intreccia indissolubilmente a quella del fratello William.
Quando William, musicista, si trasferisce in Inghilterra, come maestro di cappella nell’elegante cittadina di Bath, si apre per lei la possibilità di una vita al di là dei confini domestici, e non se la lascia scappare! Quando William comincia a dedicare gran parte del suo tempo all’astronomia, Caroline si incuriosisce di conseguenza, e passa le notti annotando ciò che il fratello osserva al telescopio.
Il 3 marzo 1781, William scopre Urano, il settimo pianeta del sistema solare, viene nominato Astronomo del Re e si trasferisce vicino al castello di Windsor!
Riconoscente alla sorella per la dedizione e l’aiuto, nel 1782 le costruì il suo primo telescopio, un riflettore da 4.2 pollici (107 mm) a grande campo con cui poté iniziare un personale programma di ricerca. Ebbene, il 1 agosto 1786, Caroline scopre la sua prima cometa, scoperta per la quale nel 1787 riceve da Giorgio III un salario annuo come assistente di William, e diventa così la prima donna a cui sia riconosciuto e remunerato un lavoro in campo scientifico!
E questo è solo l’inizio, perché poi scopre altre 7 comete e, nel 1798, sottomette alla Royal Astronomical Society la revisione di tutto il catalogo di stelle prodotto da Flamsteed.
Alla morte del fratello nel 1822, torna ad Hannover dal fratello minore Diedrich, e completa il catalogo delle nebulose iniziato con William. Partendo proprio da questo, su richiesta della Royal Astronomical Society nel 1898 John Dreyer costruirà il New General Catologue: la “mappa” che permetterà agli astronomi del Novecento di orientarsi in un nuovo e vastissimo mondo e che oggi tutti gli astrofili utilizzano per organizzare le loro serate osservative e ritrovare gli oggetti del profondo cielo.
Gli stessi astrofili che nella costellazione di Cassiopea possono ammirare l’ammasso aperto NGC 7789 meglio conosciuto come Rosa di Caroline (Carolin Herschel Rose) individuato per la prima volta da Caroline nel 1783 ed inserito nel General Catalogue of Nebulae and Clusters col numero 2284.
Il catalogo comprende oggetti non stellari, all’epoca generalmente definiti nebulose, oggetti astronomici a forma di nube composti da gas e polvere. Oggi quelle propriamente definite nebulose sono tutte all’interno della nostra galassia, la Via Lattea e possono essere residui di stelle giunte alla fine della propria vita o enormi agglomerati di materia da cui stanno nascendo o sono nate stelle e sistemi planetari. All’epoca, fino al 1923 ed al prezioso lavoro di Edwin Hubble, non si sapeva che molti di queste fioche nuvolette di luce erano in realtà esterne alla nostra galassia, erano altre galassie come la nostra. Qui un articolo in occasione del centanario dalla mmisurazione della distanza della “nebulosa di Andromeda”
Nel 1828, la Royal Astronomical Society le assegnò la sua medaglia d’oro, mai più data a una donna fino al 1996, quando la ricevette Vera Rubin e nel 1835, la elesse socia onoraria insieme a Mary Somerville. Caroline è stata una delle prime 2 donne elette membro onorario della Royal Astronomical Society ed a lei e suo fratello, il 14 maggio 2009, è stato dedicato l’osservatorio spaziale Herschel!
Pare aver goduto fino all’ultimo di un’ottima salute. Infatti, in occasione del suo 97mo compleanno “intrattenne il principe ereditario e la principessa per due ore con grande animazione e cantò addirittura per loro una composizione del fratello”. Ma pochi mesi dopo, “gli occhi di colei che qui viene glorificata si volsero al cielo”, come recita l’epitaffio che aveva scelto.
Sarà sempre ricordata come una grande donna che non si è mai arresa alle difficoltà presenti nella sua epoca per il sesso femmnile, ma sarà soprattuto ricordata come una grande astronoma che grazie ai suoi preziosi studi, scoperte e lavori di catalogazione, ha lasciato un perenne segno di progresso e conoscenza nella storia dell’astronomia.
Fonti: Monica Colpi e Ilaria Arosio
Articolo di: Claudia Consiglio