Oggi proponiamo una elettrometeora al posto della solita fotometeora, ovvero stiamo parlando dei fulmini vulcanici:
L’immagine ci arriva dal fotografo Massimo Tamajo e ritrae un fulmine generato delle cariche elettriche sviluppatesi con le polveri vulcaniche durante una eruzione dell’Etna. Ecco le sue parole: “Il parossismo del10 febbraio 2022, non lo dimenticherò mai. Fontane di lava altissime e continue ed una nube molto ampia che ha coperto in poco tempo il cielo sopra Catania. Ma per la prima volta nella mia vita ho potuto riprendere anche i fulmini scaricarsi all’interno della colonna di lava. Il noto effetto triboelettrico che mai prima di ora avevo visto verificarsi sul nostro vulcano. La foto è stata scattata dal piazzale vicino il Faro Santa Croce, ad Augusta, con un tele 150-600mm a 360mm“.
I fulmini sono solitamente generati da nubi temporalesche: quando la differenza di potenziale tra due masse è elevata e riesce a superare la resistenza dell’aria si verifica la scarica elettrica.
I fulmini vulcanici si comportano allo stesso modo ma sotto condizioni fisiche diverse: la prima condizione consiste nell’avere una carica generata durante l’espansione e la frattura del magma in particelle di cenere; la seconda condizione prevede la formazione di diverse classi di particelle di segno opposto che devono essere separate da una distanza dell’ordine della lunghezza del fulmine risultante. Generalmente le cariche positive tendono ad essere concentrate nelle particelle più grandi, queste possono ricadere verso terra mentre le più piccole, caricate negativamente, vengono sollevate verso la parte superiore della nube.
Rubrica curata da Marco Meniero e Marcella Botti per conto del #GrAG
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