L’OPOD di oggi ci mostra una illusione ottica generata dalle luci atmosferiche su Monviso.

La spiegazione ci viene data dal meteorologo Filippo Thiery (Geo&Geo, Rai3): “La foto scattata da Beppe Perlo a ridosso del tramonto del 23 Marzo, nell’inquadrare l’inconfondibile piramide sommitale del “Re di Pietra” ripreso dall’alta valle del Po, quindi inquadrando esattamente da est verso ovest, ci regala un sorprendente effetto ottico, capace di ingannare i nostri occhi, restituendoci l’illusione di un’ombra apparentemente impossibile: la sagoma del Monviso, infatti, a prima vista sembra stagliarsi sullo sfondo, dietro alla vetta stessa, geometria evidentemente incompatibile con il fatto che il Sole si trovi, a sua volta, esattamente dietro alla montagna.
Questa apparente magia dell’atmosfera, indubbiamente di grande effetto, ha una spiegazione molto elementare: i corpi nuvolosi che fungono da schermo da proiezione per l’ombra della vetta, in realtà, si trovano fra l’osservatore e la montagna; non trattandosi di schermi netti e corporei, ma di ammassi di goccioline d’acqua, la loro evanescenza – combinata con la loro frammentarietà – contribuisce alla confusione fra i piani, inducendoci a collocarli intuitivamente dietro al profilo orografico, invece che davanti ad esso, dal nostro punto di osservazione. Gioca probabilmente un ruolo, sulla nostra errata percezione, anche l’abitudine a pensare allo schermo come un piano opaco, invece che traslucido, come sono queste nubi, in grado cioè di risultare parzialmente trasparenti, e di farci vedere l’ombra proiettata su di esse dalla parte opposta al lato da cui le stiamo guardando. Eccoci, quindi, ad avere l’impressione di un’ombra che va a spalmarsi all’indietro, laddove non dovrebbe, prima di realizzare che essa è proiettata verso di noi, come leggi dell’ottica elementare vogliono, dai raggi provenienti dalla nostra stella che sta scendendo verso l’orizzonte di fronte all’osservatore.
Contrariamente a quanto diffusamente letto, a commento di questa fotografia, sui media e sui social, i fenomeni della riflessione e della rifrazione, in questo effetto illusorio, non giocano nessun ruolo (né tantomeno si tratta del fenomeno dello “spettro di Broken”, che compare quando il Sole è alle nostre spalle, e proietta la nostra ombra su un banco di nebbia o nubi che si trova davanti e in basso rispetto a noi, con la complicità della distorsione prospettica). Entra in gioco, invece, la diffrazione, non nell’illusione dell’ombra “impossibile”, ma nella comparsa di iridescenza (cioè della separazione fra i diversi colori dell’iride, non in bande nette concentriche come nell’arcobaleno e negli aloni, ma con chiazze dall’aspetto liquido, come fosse un acquerello) che si può cogliere sulle nubi, nella parte illuminata dal Sole, proprio sulla verticale della vetta e della sua ombra”.

Rubrica curata da Marco Meniero e Marcella Botti per conto del #GrAG APS

Per approfondire i testi sulle fotometeore:

https://www.meniero.it/blog-ultimo-articolo/post/218498/testi-consigliati-sulle-fotometeore

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