Nella quarta parte della nostra piccola rubrica parliamo di quella soglia di spesa “psicologica” giusta per poter iniziare a fare qualcosa di serio in astrofilia: avremo una vasta scelta nelle diverse configurazioni ottiche e potremmo scegliere anche sulla stabilità delle montature, lasceremo (in parte) quelle a costruzione in alluminio, leggere e poco stabili, per arrivare alle più robuste e solide in acciaio.

I più smaliziati avranno anche la possibilità di poter iniziare a fare i primi passi nell’astrografia planetaria e deep sky con alcuni di questi telescopi; andiamo a vedere quale potrebbe essere lo strumento che faccia al caso nostro…

Nel campo dei rifrattori possiamo avvicinarci tranquillamente a diametri molto interessanti come il 120mm  su una solida montatura EQ5 motorizzata, questo comporta un inseguimento autonomo degli oggetti puntati (tramite sempre lo stazionamento alla polare). Generalmente questi rifrattori hanno una lunga focale per abbattere le aberrazioni cromatiche tipiche degli strumenti a lenti e rappresentano un valido strumento sia per l’osservazione visuale (planetario e stelle doppie su tutto), ma anche per muovere i primi passi nelle riprese e foto deep sky:

Altri validissimi strumenti sono i telescopi in configurazione Makstutov Cassegrain compatti e leggeri, difficilissimi da scollimare (come i rifrattori) e molto versatili nell’uso, particolarmente adatti nelle osservazioni planetarie e di sistemi multipli (grazie alla lunga focale) senza disdegnare gli oggetti deep sky almeno i più luminosi. Si tratta, inoltre, di strumenti  molto consoni a riprese con camere planetarie sui pianeti (Luna compresa e il Sole solo con il dovuto filtro!), esistono in commercio sia su montatura eq manuale sia su montatura altazimutale mono-braccio GoTo; ovviamente per la serie computerizzati sale il prezzo di vendita e ci si dovrà “accontentare” di un diametro più esiguo:

Probabilmente lo strumento più versatile rimane pur sempre la configurazione Newton su montatura eq, il rapporto focale breve e veloce per ottimizzare le riprese e l’osservazione degli oggetti effimeri del cielo rende lo strumento tra i più usati dalla comunità astrofila.

Sul mercato se ne trovano di diversa focale, dal 150/750 su eq5 motorizzata, al 150/750 su EQ3 GoTo, oppure al più grande e “tutto fare” 203/1000 su eq5 manuale (sotto in foto in ordine di citazione):

Per chi si dedica alle osservazioni prettamente visuali invece ci sono delle ottime notizie, il budget permette di arrivare tranquillamente a strumenti di diametro di tutto rispetto come ad esempio il Dobson da 254mm, una piccola grande “bomba di luce” che, portato sotto un cielo discretamente buio, ci permetterà di osservare tutto il firmamento con grande soddisfazione, dai dettagli planetari alle piccole ed effimere galassie alle nebulose lontane, il tutto, purtroppo, a discapito della comodità nella trasportabilità dato che almeno in questo post parliamo di strumento a tubo “monolitico”:

Negli ultimi anni, si possono trovare in commercio addirittura telescopi “tutto fare” come lo skyprodigy della Celestron o il lightswitch della Meade che si caratterizzano per il fatto che pensano a tutto loro…
Lo si accende, una web cam integrata al telescopio cercherà ed allineerà le stelle di calibrazione (le più luminose del cielo) ed il GPS inserirà tutti i dati che occorrono per la serata, basterà inserire il numero di catalogo dell’oggetto voluto osservare (beh…almeno questo bisogna saperlo) ed il telescopio si muoverà da solo verso di esso.

Ovviamente il tutto ha un prezzo che si ripercuote inevitabilmente sul diametro dello strumento:

Come vedete, abbiamo già una vasta scelta di strumenti anche per il diverso uso che ne vorremmo fare, dobbiamo solo acquistarlo dal venditore che riteniamo più serio e lanciarci in questa splendida avventura… oppure attendere il prossimo articolo dove parleremo degli strumenti oltre questa soglia di budget…