Grazie a questa splendida rubrica, “Pillole di astronomia“, il Gr.A.G. tiene costantemente vivo il ricordo degli astronomi e degli aneddoti che li riguardano, delle informazioni scientifiche, delle scoperte e quant’altro… che arricchiscono la nostra infinita passione per l’astronomia. Questa volta ci tufferemo a metà Ottocento, in Irlanda, dove William Parsons, III conte di Rosse, vivrà i suoi anni da protagonista.
Figlio di Laurence Parsons e di Alice Lloyd, nacque a York nel 1800 e frequentò il Trinity College di Dublino e il Magdalen College dove si laureò con lode in matematica nel 1822. Nel 1836 sposò l’astronoma e fotografa Mary Field. Lei era un abile fabbro e aiutò suo marito a costruire la struttura in ferro di sostegno del il telescopio di cui diremo più avanti.
Ebbero tredici figli ma solo quattro raggiunsero l’età adulta. Questa eccezionale donna, durante la grande carestia che colpì l’Irlanda (1845-1847), diede prova di enorme umanità, mantenendo oltre 500 persone, impiegate nelle attività del castello dove lei e suo marito vivevano.
Nel 1841 William, alla morte del padre, divenne, appunto, il III conte di Rosse. Per molti anni Lord Rosse studiò il cielo notturno usando il suo telescopio autocostruito da 36 pollici (0,91m). Gli oggetti che lo interessavano di più erano chiamati “nebulose”, un termine che una volta si riferiva a qualsiasi oggetto “fuzzy” nel cielo. A quel tempo, non si sapeva che queste cosiddette nebulose fossero in realtà un agglomerato di elementi diversi che vanno da ammassi stellari e galassie a nuvole di gas e polvere. I telescopi del tempo di Parsons non erano abbastanza potenti da risolvere quei misteriosi ciuffi di luce. Di conseguenza, sorse una straordinaria domanda in astronomia: “Le nebulose contengono stelle?”. Sapendo che era necessario uno strumento più grande per dare risposta a questo quesito, Lord Rosse decise di costruire un telescopio di 6 piedi (182 cm) di diametro e 16,6 metri di focale.
Oggi è possibile creare specchi telescopici di decine di metri rivestendo una superficie di vetro con un metallo riflettente. Alla fine dell’Ottocento, tuttavia, gli specchi erano realizzati usando il metallo speculum, molto più pesante e problematico. Questa lega di rame e stagno oltre a essere difficile da fondere e da modellare, si ossida rapidamente, soprattutto nei climi umidi come quello irlandese. Tuttavia, nel 1842, dopo tre tentativi con grandi forni alimentati a torba, Lord Rosse e i suoi uomini riuscirono a creare lo specchio del telescopio più grande del mondo. In realtà, dato che tendeva ad annerirsi, furono realizzati due specchi: era difatti necessario un “backup” data la natura sensibile dello speculum che ne richiedeva la pulizia ogni sei mesi.
Soprannominato il Leviatano di Parsonstown, il telescopio riflettente di Lord Rosse è rimasto il più grande del mondo per oltre 75 anni. Tuttavia, lo strumento non era privo di inconvenienti. Rosse iniziò a erigere la montatura presso la palude di Allen, nel suo Birr Castle a Parsonstown, nell’Irlanda centrale. L’insolita caratteristica di tale montatura era rappresentata da due muri paralleli, volti a darle più stabilità e a rendere più facile l’accesso dell’osservatore al fuoco newtoniano, oltre che a fermarne i forti venti. Ciascuno di questi muri era lungo 22 metri e alto 17; tra di essi vi era una separazione di 7,3 metri. Il tubo del telescopio aveva una lunghezza di 17 metri e un diametro di 2,4 metri. Era costituito da tavole di legno cerchiate con anelli di ferro, il tutto irrobustito da diaframmi.
Essendo sistemato all’interno di due muri, con un’inclinazione a est e a ovest di 15°, il telescopio, di fatto, ricordava un cerchio meridiano. Molti astri non potevano essere osservati per più di due ore: da un’ora prima del passaggio in meridiano a un’ora dopo. La costruzione della montatura si protrasse per tutto il 1843 e il 1844. Nel febbraio del 1845 lo strumento, dopo tre anni e una spesa di 12 mila sterline, era pronto. John Herschel, che fino ad allora deteneva il primato con il suo telescopio di 1,2 metri di diametro e 12 metri di focale, dichiarò così il suo completamento: “un’impresa di tale grandezza che mi mancano le parole per esprimere la mia ammirazione.”
All’inizio, la maggior parte delle osservazioni realizzate riguardavano la Luna e molti dei pianeti. Mentre lo strumento riusciva a mostrare il nostro sistema solare in modo estremamente dettagliato, la scoperta più importante fatta a Parsonstown riguardò la natura a spirale della “nebulosa” M51, ora conosciuta come Galassia Vortice, il primo oggetto a spirale categorizzato.
Mentre Lord Rosse osservava correttamente che il Messier, M51, era “costellato di stelle”, il dibattito sulle vere caratteristiche delle nebulose persisteva, e fu solo negli anni ’20 del Novecento che Edwin Hubble riconobbe alcuni degli oggetti sfocati, come galassie simili alla nostra Via Lattea. Ricordiamo anche che, grazie all’immenso telescopio, fu possibile per la prima volta osservare le stelle fino alla 18′ magnitudine.
Il Leviatano è una testimonianza delle abilità di Parsons in ingegneria, ottica e astronomia. In effetti, per una galassia, le illustrazioni disegnate a mano del conte contengono più dettagli di una fotografia scattata con il telescopio da 200 pollici dall’Osservatorio di Monte Palomar un secolo dopo, tanto che fu colui che diede il nome alla nebulosa del granchio, scoperta da John Bevis nel 1751, dopo vari disegni realizzati con il vecchio telescopio da 0,91 metri di diametro.
Oltre alle sue ricerche astronomiche, Parsons fu anche membro del parlamento dal 1821 al 1834, della camera dei Pari dal 1845, presidente della Royal Society (1848-1854) e rettore dell’Università di Dublino dal 1862. Continuando sulle orme del padre, che morì nel 1867, il quarto conte di Rosse usò il telescopio per le sue osservazioni. Un altro figlio, Charles Algernon Parsons, nel 1884 costruì la prima turbina a vapore della storia, mentre il terzo figlio, Richard Clere Parsons, a quanto pare, divenne famoso costruendo ferrovie in sudamerica.
Lo strumento cadde in disuso nel 1878 e fu smantellato nel 1908. Grazie a Earl, settimo conte di Rosse, il telescopio è stato ricostruito, alla fine degli anni ’90 del Novecento con un nuovo specchio e con motori per renderne più agevole il puntamento. Le osservazioni continuano ancora oggi, dal momento che gli astronomi dilettanti spesso sbirciano attraverso il Leviatano. Anche l’Irish’s Historic Science Center risiede nel castello, dove è esposta una vasta collezione di strumenti astronomici e artefatti; per dare, invece, un’occhiata allo speculum originale ci si deve recare al London Science Museum.
Y.V.
Molto interessante !
Avendo avuto la fortuna di vedere (parte) del mostruoso telescopio di Herschel conservato nei giardini dell’Osservatorio di Greenwich faccio fatica a visualizzare un diametro doppio !
Curiosa inoltre l’analogia dell’assistenza femminile agli astronomi dell’ ‘800: la sorella Caroline per Herschel (madrina di uno dei miei ammassi preferiti, il discreto e ipnotico Caroline’s Rose dalle parti di Cassiopea) e quindi questa Mary Field, certamente lontana da una svenevole “signora delle camelie” vista la sua abilità di fabbro !!