La ISS (International Space Station) è una stazione spaziale in orbita terrestre bassa, dedicata principalmente alla ricerca scientifica attraverso esperimenti che richiedono una o più condizioni particolari quali la microgravità. I principali campi di ricerca sono: medicina, biologia, biotecnologia, astronomia, meccanica, cosmologia e meteorologia. È gestita in maniera congiunta da cinque diverse agenzie spaziali: la statunitense NASA, la russa RKA, l’europea ESA, la giapponese JAXA e la canadese CSA-ASC.

L’assemblaggio in orbita della ISS è iniziato nel 1998 e il suo completamento previsto per il 2017 (ancor oggi vengono effettuati aggiornamenti), con una stima di vita fino al 2024 per poi venire smantellata e/o essere parzialmente riutilizzata.

Essa rappresenta a oggi la più grande struttura mai costruita dall’uomo nello spazio. E’ costituita da numerosi moduli portati in orbita da diversi razzi che si sono succeduti nel corso degli anni; tra quelli più conosciuti i Progress (di costruzione russa) e gli americani Space Shuttle.

Con un peso di 455 tonnellate, una lunghezza di 109 metri e una larghezza di circa 80 metri, la Stazione Spaziale si estende su un’area dalle dimensioni simili a quelle di un campo da calcio. Al suo interno vi è spazio a sufficienza per ospitare fino a sette membri di equipaggio e capacità per realizzare una vasta gamma di esperimenti scientifici.

A tutt’oggi non esistono razzi sufficientemente grandi o potenti per lanciare nello spazio una struttura di queste dimensioni. Esattamente come un puzzle, la ISS è stata assemblata congiungendo tutti i pezzi trasportati nello spazio con oltre 50 lanci di diversi razzi. L’assemblaggio dei vari moduli è stato eseguito utilizzando i bracci robotici sia dello Space Shuttle sia dalla stessa ISS, mentre gli astronauti hanno contribuito a completare il lavoro con un totale di più di 160 passeggiate spaziali.

La ISS orbita intorno alla Terra a una distanza compresa tra 330 e 435 km di altitudine, viaggia a una velocità di 27.500 km/h, completando 15,5 orbite al giorno.

Sebbene questa possa sembrare una distanza notevole, è in realtà possibile vedere la stazione ISS anche a occhio nudo, in serate limpide. Quando è visibile, la ISS assomiglia ad una stella che si sposta molto velocemente nel cielo. Il momento migliore per vederla è appena dopo il tramonto o immediatamente prima dell’alba. In questi intervalli di tempo noi, come osservatori, ci troviamo nell’ombra della Terra e attorno a noi c’è il buio, mentre la ISS, che viaggia a un’altitudine elevata, risulta essere ancora illuminata dal Sole e quindi molto brillante.

Sebbene la ISS segua sempre la stessa orbita, compiendo un giro completo intorno alla Terra ogni 90 minuti circa, essa non attraversa sempre gli stessi luoghi del nostro pianeta. Ciò è dovuto al fatto che la Terra ruota intorno al proprio asse una volta ogni 24 ore. L’orbita della Stazione Spaziale copre l’85% della superficie della Terra, soltanto dalle regioni più settentrionali e più meridionali della Terra non è possibile osservarla.

Non tutti sanno che oltre a poter vedere i passaggi della ISS, a volte capita (e non di rado) di poter ascoltare gli astronauti che dialogano con le stazioni a terra. Difatti tra i numerosi strumenti presenti a bordo della ISS vi sono anche apparecchiature radiotrasmittenti (su banda radioamatoriale) usate di volta in volta dagli astronauti per comunicare con la Terra durante incontri programmati con le scuole o le comunità scientifiche. In base alla dislocazione della stazione a terra e l’orbita della ISS, il collegamento via radio può arrivare a durare anche 10 minuti prima che la stazione orbitante tramonti dietro alla Terra. Alcune volte, invece, l’ostacolo della non visibilità tra la stazione a terra e la ISS è superato utilizzando la tecnica del telebridge attraverso la quale più stazioni a terra dedicate operano da ripetitore.

Di seguito un esempio di strumentazione radio amatoriale utilizzata per ascoltare e ricevere, tra le altre cose, i segnali radio trasmessi dalla Stazione Spaziale Internazionale e la registrazione audio dell’astronauta italiano Roberto Vittori che, a bordo della ISS per la seconda volta, ha descritto la missione alla quale ha partecipato (registrazione effettuata il 18 aprile 2005):

Oltre alle classiche trasmissioni televisive o foniche, a bordo della ISS si trovano anche sistemi digitali (ugualmente ricevibili in banda radioamatoriale) che permettono di comunicare come il Packet Radio: si tratta di un PBBS (Personal Boullettin Board System, conosciuto anche come PMS – Personal Message System), ossia un sistema con il quale è possibile leggere o inviare messaggi testuali ai quali gli astronauti nella ISS possono eventualmente rispondere. Addirittura è possibile utilizzarlo come ripetitore per le trasmissioni dei radio amatori a terra.

Altre volte invece gli astronauti (in occasioni di ricorrenze o date/eventi particolari) decidono di trasmettere delle immagini attraverso il sistema SSTV (Slow Scan TeleVision): si tratta di un metodo che permette di trasmettere delle immagini statiche modulando in frequenza un segnale audio, ricevibili sempre attraverso attrezzature da radioamatori. Inoltre è presente il sistema APRS (Automatic Position Reporting System) tramite il quale è possibile ricevere l’esatta posizione della Stazione Spaziale.

Esempio di immagini inviate dalla ISS attraverso il sistema SSTV:

 

Image Credits. Per la ISS: NASA. Trasmissione radio e immagini SSTV ricevute da R. Finesi.

A cura di Roberto Finesi. Edited by F. F.