Ringraziando Roberta Giambruno per la sua disponibilità e per la cura di questa intervista, di seguito proponiamo ai lettori una serie di cinque domande rivolte ad Alessandro Fabi e Gianni Pampersi, entrambi partecipanti alle Finali Nazionali dei XXIII Campionati Italiani di Astronomia dal 6 al 9 maggio 2025 a Teramo.

Come ci si sente, così giovani, a ricevere un premio così importante e ad essere non solo l’orgoglio del GrAG, ma di tutta Italia?

Alessandro:

A dir la verità le mie sensazioni sono senz’altro di gioia ma anche di soddisfazione per un risultato che rispecchia l’impegno profuso ma, soprattutto, l’amore per un settore scientifico che mi piace tantissimo. Ero anche reduce dalla vittoria ottenuta l’anno scorso nella categoria dei più piccoli (Junior 1) e molte emozioni di quest’anno le ho provate, forse maggiormente seppur con minore consapevolezza, anche l’anno scorso. Quest’anno, però, riuscire a difendere il titolo avendo alle spalle un intero anno passato a coltivare la mia passione all’interno del GrAG è stata un’emozione unica e indescrivibile. Una cosa è certa: io sono rimasto totalmente me stesso, con la mia semplicità, le mie passioni e le mie quotidianità che vivo nella mia famiglia, a scuola e con i miei amici.

Gianni:

L’esperienza delle finali ha lasciato un’impronta profonda nel mio percorso: da un lato, ho avuto l’opportunità di esplorare tematiche a me particolarmente care, che finora non avevo avuto l’occasione di investigare sotto una prospettiva matematica; dall’altro, ho stretto conoscenza con coetanei mossi dalla medesima passione. Ricevere un riconoscimento al termine di questo evento rappresenta solo la ciliegina sulla torta… Una torta deliziosa che non ha bisogno di fronzoli per essere apprezzata. In aggiunta, un episodio in particolare di questa avventura porterò sempre con me: stare con il naso all’insù, in spiaggia, in compagnia di miei coetanei a riconoscere le stelle e le costellazioni del cielo. In sintesi, il compimento di un considerevole impegno intrapreso autonomamente, all’insegna della scoperta e della sperimentazione.

Cosa hai provato quando hai avuto i risultati?

Gianni:

Sin dal compimento delle prove, nutrivo una profonda soddisfazione per la mia performance; consapevole del vero premio che tale esperienza aveva donato a ciascuno di noi, ho vissuto l’intera cerimonia di premiazione con serenità. Sapevo di aver dato il massimo, di essermi dedicato e preparato quanto più mi era possibile in quel momento, e che quindi sarei stato gioioso di qualsiasi risultato conseguito. Nel momento in cui il moderatore della cerimonia ha pronunciato il mio nome, la mia reazione è stata un sorriso, un’espressione liberatoria e di gratitudine, accompagnata dalle sincere congratulazioni delle splendide persone con cui avevo stretto amicizia in quei giorni.

Alessandro:

Quando ho svolto la fase interregionale ero abbastanza fiducioso di riuscire a superarla e di accedere alla finale nazionale. Riguardo la prova finale, invece, non mi aspettavo di riuscire a vincere la medaglia e quando il mio nome non era nell’elenco di coloro che avevano conquistato il diploma di merito, ho iniziato a sperare di riuscire a vincere la medaglia, anche perché ero consapevole di aver fatto bene. La certezza però, in questi casi, non c’è mai e infatti, quando in seguito ho sentito il mio nome tra i vincitori, ho provato una grande gioia ma anche un senso di liberazione da un periodo di lieve tensione che si era ormai venuta a creare da molto tempo. La preparazione a questi Campionati Italiani era stata infatti molto intensa, ma io non mi sono mai sentito stanco. Un po’ di stanchezza, invece, l’ho provata proprio nei giorni della Finale a Teramo.

Come si sono svolte le gare? C’è un iter di accesso?

Alessandro:

Le gare si sono svolte in tre diverse fasi. La prima si è tenuta il 18 dicembre e consisteva in trenta domande a risposta multipla, ovvero un questionario basato su alcuni argomenti riportati in un dossier di preselezione. Ogni studente che gareggiava si è recato per 45 minuti nella classe utilizzata dalla scuola per lo svolgimento della gara. Le domande erano suddivise in tre livelli, uno “facile”, uno “intermedio” e uno un po’ più difficile. Soltanto coloro che avevano raggiunto un punteggio di almeno 52 punti (Junior 2) o 58 (Senior) potevano accedere alla Gara Interregionale. Questa seconda fase si è tenuta nella sede INAF della regione (ovvero l’Università della Sapienza, per il Lazio) e si è svolta il 26 febbraio per gli Junior 1 e il 27 febbraio per le altre categorie. Questa prova si è rivelata molto differente rispetto a quella di preselezione in quanto era composta da 5 problemi di meccanica celeste, strumenti ottici, astrofisica, ecc. ed era organizzata in tre livelli di difficoltà. I risultati dell’interregionale sono stati resi noti il 18 marzo e solamente 90 studenti da tutta Italia sono riusciti ad accedere alla finale nazionale.
Infine, quest’ultima prova si è tenuta a Teramo il 7 maggio. Il 6 maggio siamo stati accompagnati dal docente accompagnatore nel nostro alloggio a Giulianova (TE). Ci siamo recati al palazzo Kursaal e abbiamo assistito alla cerimonia di apertura. Il giorno dopo è stato molto impegnativo! La mattina abbiamo avuto a disposizione 3 ore per la prova teorica e 2 ore e mezza per quella pratica. La prima prova si componeva anch’essa di cinque problemi, mentre quella pratica di due quesiti pratici. L’8 maggio si è svolta la cerimonia di premiazione e i primi cinque di ogni categoria (eccetto i Master) hanno vinto la “Medaglia Margherita Hack, mentre dal sesto al decimo posto (eccetto i Master) sono stati premiati con un diploma di merito.

Gianni:

Non si sarebbe potuto riassumere meglio! Evitando di ripetere inutilmente ciò che è già stato detto dal mio amico e collega, aggiungo solo che per la categoria Master l’assegnazione del premio “Margherita Hack” è spettata ai primi 3 in classifica, mentre il diploma di merito a coloro che si sono classificati tra il 4° e il 6° posto.

Raccontaci qualcosa in più sulle prove teoriche e pratiche: su quali domande sei andato sul sicuro, quali invece hanno richiesto più tempo?

Gianni:

La categoria Senior prevedeva 5 problemi per la prova teorica e 2 per la prova pratica. I primi riguardanti i moti delle stelle nel cielo, il fenomeno della scintillazione (ovvero l’oscillazione irregolare della luce di una stella dovuta alla presenza di vento e umidità), piste da sci che farebbero impallidire anche i più grandi campioni mondiali (ben 25 km di dislivello!), e temibili asteroidi. I secondi concernenti sistemi binari di stelle e analemmi (figure a forma di otto tracciate in cielo dal Sole se si registra la sua posizione ogni giorno alla stessa ora). La preparazione e l’esercitazione fatte privatamente mi hanno permesso di affrontare tutti i quesiti con tranquillità, e non ho riscontrato particolari difficoltà nella loro risoluzione, fatta eccezione per gli analemmi che invece hanno richiesto uno sforzo maggiore.

Alessandro:

Nel caso della categoria dei Junior 2 la prova nazionale si componeva di cinque quesiti di astronomia sferica, meccanica celeste, astrofisica. Per me gli esercizi più semplici sono stati il primo e il quarto. Nel primo caso bisognava stimare l’orario dell’impatto di un asteroide sulla Luna, sapendo che un osservatore aveva avuto l’opportunità di assistere all’impatto in un preciso istante. Per questo bisognava tenere conto anche della velocità della luce. Il quarto trattava invece di un sistema planetario di due pianeti in risonanza orbitale 3:2 e, conoscendo solamente il semiasse maggiore dell’orbita di quello più interno, bisognava stimare il semiasse maggiore dell’orbita di quello più esterno.
Il secondo problema richiedeva di calcolare le coordinate altazimutali della stella Arturo, date le coordinate equatoriali della stella, il tempo siderale di Greenwich al momento di osservazione e il luogo osservativo. Quest’ultimo corrispondeva a un tempo siderale locale equivalente all’ascensione retta della stella, quindi si trovava esattamente in culminazione sul meridiano. L’altezza l’ho ricavata correttamente mentre per l’azimut ho erroneamente inserito un’altro valore.
Il terzo problema è stato divertente perché ci chiedeva di calcolare la distanza di un satellite artificiale dalla Terra sapendo che il diametro apparente di quest’ultima era un terzo di quello del Sole. Il quinto e ultimo problema è stato quello a cui ho dedicato più tempo e, probabilmente, è stato il più complesso e difficile: uno dei risultati ottenuti, infatti, non corrispondeva del tutto alla soluzione.
La prova pratica invece consisteva in due esercizi. Nel primo bisognava riportare le coordinate celesti di alcune stelle su un piano cartesiano e quindi riconoscere le costellazioni disegnate e riconoscere le due stelle più luminose di ognuna. Nel secondo, invece, si doveva misurare le componenti orbitali di un sistema binario a partire da un disegno prestabilito che raffigurava le loro orbite ellittiche.

In che modo l’essere parte del GrAG ha influenzato il tuo interesse a partecipare a questa esperienza?

Alessandro:

Anche l’anno scorso ero riuscito ad andare in finale (che si è tenuta il 17 aprile 2024). Qualche giorno prima, il 10 aprile, il GrAG ha tenuto una giornata divulgativa a Vitorchiano invitando la mia insegnante di scienze e la dirigente scolastica. Quel giorno si è tenuta anche una serata osservativa e mi è stata conferita la tessera socio onoraria. Sono stato molto contento e il GrAG mi ha supportato tanto in quell’esperienza. Quest’anno ho avuto l’opportunità di frequentare, anche con assiduità, molte attività promosse dal GrAG, compresa quella della ricerca scientifica. L’essere parte del GrAG, quest’anno, credo proprio che sia stato determinante per la vittoria finale. L’anno scorso il GrAG ha creduto in me e questa fiducia mi ha incoraggiato a dare il meglio; quest’anno, invece, far parte del GrAG mi ha permesso di coltivare una passione, insieme a tante altre persone, scambiando svariate opinioni e competenze e tutto ciò ha sviluppato in me una vera e propria conoscenza della materia e soprattutto una consapevolezza dei miei limiti, tutte cose importantissime per avere maggior sicurezza durante tutte le fasi delle gare e, soprattutto, in quella finale. Devo riconoscere che ora, rappresentando il mio Paese alle Olimpiadi Internazionali (IOAA), sento una grande responsabilità ma anche tutto il calore dei miei amici del GrAG.

Gianni:

Il GrAG mi ha permesso di sviluppare la mia passione e di ampliarla in maniera sorprendente: grazie ai corsi di astronomia e alla partecipazione a vari progetti (tra cui una serata di osservazione e divulgazione memorabile all’Agenzia Spaziale Italiana, ASI, a Roma) ho avuto modo di venire a contatto con molte persone, ognuna con una propria esperienza, una propria storia e un proprio “dono”, come un libro, un sito, un’occasione di approfondimento che altrimenti non avrei avuto modo di conoscere. Tutto ciò che ho appreso in merito all’utilizzo del mio telescopio lo devo all’esperienza e al GrAG, che attraverso i suoi consigli mi ha permesso di conoscere a fondo la mia strumentazione, con le sue peculiarità e i suoi limiti. L’ardore e l’orgoglio con cui porto avanti questa passione sono alimentati proprio da questa associazione, che mi permette di vivere questo interesse attivamente, in modo coinvolgente e divertente, il tutto rimanendo alla portata. Per concludere, l’essere parte della famiglia del GrAG continua in ogni momento ad accrescere e a stimolare la mia passione, elementi fondamentali che hanno avuto un ruolo centrale nella mia partecipazione a questo evento e nell’impegno speso per arrivare fino in fondo.