L’OPOD di oggi riguarda la Luce cinerea, ovvero l’illuminazione del disco lunare dalla luce proveniente dalla Terra. Questo fenomeno è stato intuito da Leonardo e successivamente studiato da Galileo.
L’immagine che proponiamo è stata ripresa dal nostro amico astrofisico Gianluca Masi e per completezza rimandiamo la descrizione alle sue parole:
“La Luna crescente (nella mitologia greca legata al nome di Artemide), di pochissimi giorni, mi ha sempre attratto poiché essa rivela la cosiddetta “luce cinerea”.
Per quanto la porzione visibile del disco lunare direttamente illuminato dal Sole sia davvero esigua, noi riusciamo a vedere l’intero volto del satellite, come in penombra. E’ proprio a questo effetto che si dà il nome di luce cinerea: esso deriva dal fatto che in quel momento nel cielo della Luna brilla la Terra piena, che inonda di luce riflessa l’oscurità lunare, rendendone così visibile la superficie. Un “chiaro di Terra”, insomma.
Quel tenue vestito di luce ha sempre attratto la curiosità dell’uomo. Tra tutti, mi viene in mente un genio insuperabile.
Nella sua grandiosa esperienza di osservazione e comprensione del mondo naturale, Leonardo riservò grande attenzione proprio alla Luna, immaginando addirittura un trattato specifico sul tema, mai pubblicato.
Pensieri e riflessioni sul nostro satellite attraversano tuttavia l’opera del genio toscano e tra i più affascinanti ragionamenti figura la spiegazione dello spettacolare fenomeno della cosiddetta “luce cinerea”.
Quando la Luna appare come una piccola, affilata falce, a ridosso della fase nuova, si riesce a scorgere l’intero disco lunare come una “cinerea” penombra, come dicevo, oltre alla frazione illuminata dal Sole.
Leonardo sottolinea che “la Luna non è luminosa per se”, ma che piuttosto riceve da altri la luce e in questo contesto egli spiega il ruolo che la Terra ha nel dar vita a questo elegantissimo effetto:
“𝑄𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑙’𝑜𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑖𝑛 𝑜𝑟𝑖𝑒𝑡𝑒 𝑣𝑒𝑑𝑒 𝑙𝑎 𝑙𝑢𝑛𝑎 𝑖𝑛 𝑜𝑐𝑐𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑣𝑖𝑐𝑖𝑛𝑎 𝑎𝑙 𝑡𝑟𝑎𝑚𝑜𝑛𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑠𝑜𝑙𝑒, 𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑙𝑎 𝑣𝑒𝑑𝑒 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑜𝑛𝑏𝑟𝑜𝑠𝑎 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑢𝑛𝑑𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑙𝑢𝑚𝑖𝑛𝑜𝑠𝑎, 𝑑𝑒𝑙 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑙𝑢𝑚𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑎𝑙𝑒 𝑒 𝑠𝑢𝑝𝑒𝑟𝑖𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑢𝑎 𝑑𝑎𝑙 𝑠𝑜𝑙𝑒, 𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑟𝑖𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑜 𝑜𝑐𝑒𝑎𝑛𝑜 𝑜𝑐𝑐𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑎𝑙𝑒, 𝑖𝑙 𝑞𝑢𝑎𝑙 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑙𝑢𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑢𝑒 𝑙𝑖 𝑟𝑎𝑧𝑧𝑖 𝑠𝑜𝑙𝑎𝑟𝑖 𝑒 𝑙𝑖 𝑟𝑖𝑓𝑙𝑒𝑡𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑖 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑟𝑖𝑜𝑟𝑖 𝑚𝑎𝑟𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑢𝑛𝑎, 𝑒 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑜𝑏𝑟𝑜𝑠𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑢𝑛𝑎 𝑑𝑎̀ 𝑡𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑠𝑝𝑙𝑒𝑛𝑑𝑜𝑟𝑒, 𝑞𝑢𝑎𝑙’𝑒̀ 𝑞𝑢𝑒𝑙 𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑎̀ 𝑙𝑎 𝑙𝑢𝑛𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑎 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑒𝑧𝑧𝑎𝑛𝑜𝑡𝑡𝑒, 𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑐𝑖𝑜̀ 𝑛𝑜 𝑟𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑔𝑟𝑎𝑙𝑚𝑒𝑡𝑒 𝑜𝑠𝑐𝑢𝑟𝑎”. (Leic. 2a)
Leonardo realizzò anche una preziosa illustrazione della luce cinerea, che appare sempre nel Codice Leicester.
Combinando quest’ultima con una mia fotografia della Luna con luce cinerea ripresa da Roma, mi è piaciuto sintetizzare il rapporto tra il fenomeno naturale e la sua lettura dell’immenso Leonardo”.
Rubrica #OPOD è redatta da Marco Meniero per conto del #GrAG
Sito di Gianluca Masi: Virtualtelescope.eu
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