In questa foto sono visibili le macchie solari 2735 e 2736, dopo molti giorni di assenza di questo fenomeno.

Contrariamente a quanto si percepisca, le macchie solari non sono scure, ma molto luminose, quello che le rende scure è il contrasto con le zone circostanti che sono ancori più brillanti.

Si formano sulla fotosfera, che è composta di gas, quindi proprio per questo le macchie solari, sia per forma che per dimensioni, sono estremamente variabili. La loro temperatura è inferiore alle regioni fotosferiche adiacenti.

Si pensa che tra i primi ad osservare le macchie solari fu Galileo Galilei nel 1612, ma la presenza sul disco solare di macchie scure è ampiamente documentata nella letteratura, scientifica e non, lungo tutta l’antichità, dall’epoca classica dei greci al tardo medioevo.