Quid uocem? Imagines solis? Historici soles uocant et binos ternosque apparuisse memoriae tradunt; Graeci parhelia appellant, quia in propinquo fere a sole visuntur aut quia accedunt ad aliquam similitudinem solis. Non enim totum imitantur sed magnitudinem eius figuramque: ceterum nihil habent ardoris hebetes et languidi.»  («[…] Come chiamarli? Immagini del sole? Gli storici li chiamano soli e raccontano che sono comparsi due o tre alla volta. I Greci li definiscono parhelia poiché li si vede generalmente in prossimità del Sole o poiché si caratterizzano per una qualche somiglianza con il sole. In effetti essi non riproducono tutte le caratteristiche del sole, ma la sua grandezza e la sua forma; del resto, deboli ed evanescenti, non hanno niente del suo calore né della sua grandezza.») da Naturale Quaestiones, L. A. Seneca (fonte Wikipedia It).

 

I fenomeno dei Pareli è conosciuto fin dagli antichi greci, ma era noto anche dai Romani (ne parla anche Cicerone); vediamo di cosa si tratta: quando i ghiacci di forma esagonale dei cirri rifrangono la luce del Sole generano delle macchie luminose con i colori dell’iride ai lati del Sole. Esse sono poste ad una distanza angolare di 22 gradi alla destra ed alla sinistra della nostra stella e talvolta possono apparire anche alla distanza di 46 gradi e di 120 gradi.

Foto di Aldo Luttini

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Rubrica di Marco Meniero per conto del #GrAG