L’OPOD odierno ce lo manda Teresa Molinaro, sempre molto attenta ai fenomeni ottici atmosferici.
Teresa descrive così il suo scatto:
A novembre 2022 stavo aspettando il sorgere della Luna piena presso il borgo marinaro di Sant’Elia, in provincia di Palermo. Intanto un pescatore era intento nel suo da fare, e io ho colto al volo la scena, ritraendo una bellissima Luna piena con il miraggio chiamato “omega”.
Questo è un tipico miraggio inferiore: gli strati atmosferici più bassi, a contatto diretto con il suolo/acqua, si riscaldano maggiormente rispetto a quelli superiori; di conseguenza, se non si producono correnti ascensionali, si crea un vero e proprio tappeto di aria calda instabile e quindi una variazione verticale di densità dell’aria tale da produrre fenomeni di rifrazione e di riflessione. I raggi luminosi che incontrano questo spessore d’aria non si propagano in modo rettilineo, ma si curvano verso l’alto, producendo un’immagine virtuale capovolta verso il basso. Sembra che la luce percorra una curva che abbia il raggio pari a circa sei volte il raggio della Terra. Per capire bene il meccanismo si deve comprendere il concetto di rifrazione: quando la luce colpisce la superficie di separazione tra due masse di aria diverse, si divide in due parti, una viene riflessa con un angolo di riflessione uguale all’angolo di incidenza, l’altra continua a propagarsi oltre la superficie di separazione. Se il raggio incidente non è perpendicolare alla superficie di separazione, il raggio che penetra nel secondo materiale ha una direzione diversa da quella del raggio incidente. Questo raggio è chiamato “raggio rifratto” e mostra uno dei seguenti comportamenti: quando la luce passa da un mezzo con indice di rifrazione minore a un mezzo con indice di rifrazione maggiore (ad esempio dall’aria all’acqua), il raggio rifratto si avvicina al piano verticale (si propaga nell’acqua); quando la luce passa da un mezzo con indice di rifrazione maggiore (l’acqua) a uno con indice di rifrazione minore (l’aria), il raggio rifratto si allontana dal piano verticale e si propaga in aria. Il meccanismo descritto è alla base della formazione dei miraggi i quali sono tali anche se l’immagine finale osservata non rappresenta un semplice ribaltamento, ma una complessa deformazione.
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