È partita stamane la sonda Solar Orbiter, frutto della collaborazione tra l’ESA (Agenzia spaziale europea) e la NASA per studiare il Sole.
Nei primi due giorni dopo il lancio, Solar Orbiter dispiegherà i suoi strumenti e diverse antenne che le permetteranno di comunicare con la Terra e raccogliere dati scientifici.
La sonda si muoverà su una traiettoria che le consentirà a di fornire le prime immagini in assoluto dei poli del Sole. Questa traiettoria comprende 22 avvicinamenti ravvicinati al Sole, portando l’astronave all’interno dell’orbita di Mercurio per studiare il Sole e la sua influenza sullo spazio.
la missione è complementare con l’ormai famosa sonda Parker Solar Probe; «Parker Solar Probe arriverà ad una distanza minore dal Sole risposto a Solar Orbiter ma non ha telescopi a bordo che osservano la nostra stella. È dotata solo di strumenti in-situ e di un telescopio che non guarda direttamente il Sole ma l’eliosfera, come il suo telescopio gemello su Solar Orbiter, SolO-HI. Inoltre, Parker Solar Probe orbita intorno al Sole sul piano dell’eclittica mentre l’orbita di Solar Orbiter sarà inclinata e quindi potremo avere misure del plasma in diverse posizioni. Per questi motivi, le sinergie tra le due sonde saranno importantissime” (cit. Clementina Sasso, ricercatrice dell’Inaf di Napoli e portavoce di Solar Orbiter per Esa.
Solar Orbiter impiegherà circa tre mesi nella sua fase di messa in servizio, durante la quale il team della missione eseguirà i controlli sui 10 strumenti scientifici del veicolo spaziale per assicurarsi che funzionino correttamente; saranno poi necessari circa due anni perché la sonda raggiunga la sua orbita scientifica primaria.
Solar Orbiter combina due principali modalità di studio. Alcuni strumenti misurano l’ambiente attorno all’astronave, rilevando campi elettrici e magnetici e il passaggio di particelle e onde. Gli strumenti di telerilevamento osserveranno il Sole da lontano, insieme alla sua atmosfera e al vento solare, raccogliendo dati che aiuteranno gli scienziati a comprendere il funzionamento interno della nostra stella.
La fase di avvicinamento al Sole include tre assist gravitazionali che Solar Orbiter utilizzerà per avvicinare la sua orbita al Sole: due fly-by su Venere nel dicembre 2020 e agosto 2021 e uno sulla Terra nel novembre 2021. In seguito all’assistenza per gravità terrestre, Solar Orbiter inizierà la fase primaria della sua missione – che porta al suo primo passaggio ravvicinato al Sole nel 2022 L’esclusiva orbita scelta porterà la navicella spaziale fuori dal piano che si allinea approssimativamente con l’equatore del Sole in cui orbitano la Terra e gli altri pianeti. I veicoli spaziali lanciati dalla Terra rimangono naturalmente su questo piano, il che significa che i telescopi sulla Terra e i telescopi sui satelliti hanno viste limitate dei poli nord e sud del Sole.
Una precedente missione ESA-NASA, Ulisse, lanciata nel 1990, ha raggiunto un’orbita inclinata dando agli scienziati le loro prime misurazioni dello spazio attorno al Sole in questa regione critica. A differenza di Ulisse, Solar Orbiter trasporta telecamere che forniranno le prime immagini in assoluto dei poli del Sole. Questa informazione vitale aiuterà gli scienziati a colmare le lacune nei modelli del campo magnetico del Sole, che guida l’attività del Sole.
Questi studi saranno possibili grazie anche al contributo dell’Italia. Fanno parte dei dieci strumenti previsti dalla missione il coronografo Metis realizzato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) in collaborazione con l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e con il Cnr, diverse università italiane e istituti di ricerca sparsi in tutto il mondo, la Dpu (Data Processing Unit) di Swa (Solar Wind Analyser) e il software di Stix (Spectrometer/Telescope for Imaging X-rays) rilevatore di raggi X.
Metis che ha un design innovativo, occulterà il disco solare per produrre un’eclissi artificiale, un po’ come fa la Luna quando si frappone tra noi e la nostra stella. Il coronografo che prende il nome dalla mitologia greca, utilizzerà un occultatore esterno per studiare le regioni coronali dove si genera il vento solare con osservazioni sia in luce visibile che ultravioletta.
In combinazione con le altre missioni della NASA lanciate di recente per studiare il Sole, stiamo acquisendo nuove conoscenze senza precedenti sulla nostra stella”, ha dichiarato Thomas Zurbuchen, amministratore associato della NASA per la scienza presso la sede dell’agenzia a Washington. “Insieme ai nostri partner europei, stiamo entrando in una nuova era di eliofisica che trasformerà lo studio del Sole e contribuirà a rendere più sicuri gli astronauti mentre viaggiano nelle missioni del programma Artemis sulla Luna.”
Credit: Nasa – INAF
Image Credit: Esa / S. Corvaja