Come ultimo OPOD dell’anno 2023 chiudiamo con foto veramente straordinaria di Fabio Longaron descritta da una firma prestigiosa nel mondo della Meteorologia, stiamo parlando di Filippo Thiery di Geo&Geo, Rai3.

Ecco la descrizione di Thiery: “Le condizioni di eccellente visibilità orizzontale, grazie ai venti di Grecale che avevano reso tersa l’aria nei giorni precedenti, unitamente alla chirurgica scelta di luogo e orario di ripresa, hanno permesso all’autore di inquadrare dalle colline della Versilia la sagoma del Monviso, a quasi 300 km in linea d’aria al di là del Mar Ligure, stagliarsi sul disco della Luna al tramonto, prossimo al plenilunio; lo scatto è ulteriormente impreziosito da due particolari che lo rendono unico. Da un lato, la massa di neve sollevata dalle creste e dal fianco della montagna, spazzata dalle burrascose correnti settentrionali in quota che stavano spirando sulle Alpi occidentali e illuminata in controluce dal dorato bagliore lunare. Dall’altro lato, l’apparente assurdità di una sottile fettina di Luna a interporsi fra il profilo orografico e il buio del mare sottostante, come se il disco lunare, pur con l’interposizione delle montagne dietro cui sta tramontando, si stesse specchiando nel mare; tale “riflesso impossibile”, in realtà, appare ai nostri occhi per il fenomeno del miraggio inferiore, cioè dell’effetto ottico dovuto alle discontinuità di temperatura, quindi di densità e pertanto di indice di rifrazione, negli strati inferiori dell’atmosfera. In particolare, la presenza di uno strato d’aria più mite in basso, per effetto degli scambi di calore con la superficie marina, sovrastato da aria più fredda, ha il risultato di deflettere i raggi luminosi verso lo strato più denso, cioè verso l’alto, prima che arrivino ai nostri occhi. Il nostro cervello li interpreta come se fossero rettilinei, e quindi costruisce una seconda immagine del disco lunare, capovolta e al di sotto di quella dritta: il segmento di questa seconda immagine che visualizziamo è quella sottile fettina luminosa che fluttua nel nulla, esattamente come nelle calde giornate estive, guardando sulla strada che stiamo percorrendo verso l’orizzonte, ci capita di vedere sull’asfalto un apparente (e altrettanto impossibile) riflesso tremolante degli oggetti presenti al di sopra sopra di esso.”

Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti i fotografi che continuano a mostrarci le loro riprese e Filippo Thiery (Meteo.Roma) per questa collaborazione.

Gli autori Marco Meniero e Marcella Botti (per conto del #GrAG)

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