Il 25 Marzo festeggiamo il Dantedì.  In Italia e nel mondo è il giorno in cui gli studiosi riconoscono l’inizio del viaggio letterario di Dante nell’aldilà.

Noi per festeggiarlo scegliamo una foto di Carlo Cafferini con uno stupendo arcobaleno sopra il Palazzo della Carovana di Pisa dove ha la sede la Scuola Normale di Pisa. La piazza visibile è la Piazza dei Cavalieri ove si affaccia la Torre (sulla sinistra ma non visibile) dove è stato ambientato parte del Canto dedicato al Conte Ugolino della Gherardesca.

Troviamo qui una sintesi poetica dell’Arcobaleno:

“E come l’aere, quand’è ben pïorno,
per l’altrui raggio che ‘n sé si reflette,
di diversi color diventa addorno.
[Pur XXV (91-93)]

Colpisce il fatto che, nella stessa terzina, Dante senta il bisogno di accennare anche al meccanismo fisico che causa il fenomeno: l’arcobaleno appare allorché la luce del sole (l’altrui raggio) si riflette nell’aria (in sé si riflette) quando essa è densa di umidità (ben pïorno). L’espressione in chiave estetica è tutt’uno con il principio fisico, descritto così come poteva esserlo nel 1300, che sta alla base del fenomeno osservato.

Ancora nel Purgatorio Dante ha questo notevole passaggio:

Come quando da l’acqua o da lo specchio
salta lo raggio a l’opposita parte,
salendo su per lo modo parecchio
a quel che scende, e tanto si diparte
dal cader de la pietra in igual tratta,
sì come mostra esperïenza e arte;
[Pur XV (16-21)]

Si tratta di una descrizione accurata di quella che oggi chiamiamo “legge della riflessione”: il raggio riflesso viene deviato rispetto alla verticale (dal cader de la pietra) di un angolo che è pari all’angolo di incidenza. La definizione rigorosa espressa in versi mostra come Dante non senta alcuna estraneità o diffidenza nei confronti al meccanismo fisico, anzi, se ne serve per dare forza e sostanza alla sua analogia” (tratto dal Gruppo 2003 di ricerca scientifica SCIRE).

Il giorno del Dantedì coincide anche con il Capodanno Pisano in base ad un antico Calendario:

Il Calendario Pisano, in uso a Pisa e in altre zone della Toscana fino alla metà del XVIII secolo, faceva iniziare l’anno il 25 marzo (festa dell’Annunciazione della Vergine Maria) anticipandone di nove mesi e sette giorni l’inizio rispetto al calendario tradizionale. Il Calendario Pisano fu abolito nel 1749 per decreto del Granduca Francesco Stefano di Lorena, con il quale fu ordinato che in Toscana il nuovo anno cominciasse il primo gennaio. L’inizio dell’Anno Pisano è scandito da un orologio solare. Nel Duomo un raggio di sole entrava da una finestra detta Aurea colpendo una zona prossima all’altare maggiore a mezzogiorno in punto. Col tempo tale orologio è venuto meno a causa delle pesanti modifiche del XVII secolo. Il meccanismo solare fu ripristinato in seguito tra il XIX e il XX secolo, sfruttando una differente finestra e stabilendo come bersaglio una struttura a forma di uovo posta sul pilastro accanto a dove fu riassemblato il pergamo di Giovanni Pisano nel 1926. L’evento è preceduto da un corteo storico della Repubblica Marinara e dai gonfaloni dei comuni pisani e celebrato con una brevissima cerimonia religiosa che termina alle 12 esatte.

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Rubrica di Marco Meniero per conto del #GrAG