In astronomia, ci sono strumenti che sfidano le nostre abitudini e ci aprono a nuove esperienze. L’associazione GrAG ha avuto la possibilità di provare il telescopio Unistellar Evscope 2, gentilmente prestato dalla TS Astronomy Italia, uno strumento che rappresenta una vera e propria innovazione nel campo dell’astronomia amatoriale.

Ammettiamolo, confrontarsi con uno strumento così diverso da quelli a cui siamo abituati può essere complicato: porta un cambiamento radicale di paradigma nelle uscite astronomiche.

La curiosità di scoprire le potenzialità dell’Evscope era palpabile tra i soci. Tutti volevano dare un’occhiata attraverso l’oculare e comprendere cosa questo strumento potesse offrire. Non vogliamo proporre una recensione vera e propria, bensì condividere le nostre prime impressioni riguardo a uno strumento che ambiamo utilizzare nelle nostre serate di divulgazione scientifica.

In due settimane durante quattro uscite, dall’inquinato cielo di Roma ai suggestivi Castelli Romani fino alla nostra area osservativa vicino a Monte Romano, abbiamo avuto modo di testare l’Evscope. Nonostante il clima spesso avverso, caratterizzato da un cielo velato o molto velato, abbiamo potuto apprezzarne le sue caratteristiche.

La prima cosa che colpisce è la sua semplicità d’uso. Montare e utilizzare l’Evscope è un gioco da ragazzi, e la qualità sia dell’hardware sia del software è evidente fin dal primo sguardo. Trovare oggetti nel cielo profondo è intuitivo e alla portata di tutti, grazie all’applicazione che suggerisce quelli più interessanti da osservare.

Gli esperti astrofili noteranno immediatamente la differenza nelle stelle: mentre in un telescopio ottico appaiono come punti luminosi, nell’Unistellar assumono dimensioni decisamente più ampie. Tuttavia, per i non esperti, questo dettaglio non rappresenta un problema né inficia la loro l’esperienza.

Nel contemplare nebulose e galassie, l’Evscope si rivela un compagno straordinario, in grado di mostrare dettagli e immagini che altrimenti raggiungibili solo da telescopi più grandi e in cieli più bui. Alcuni dettagli e i colori sono praticamente impossibili da vedere con telescopi ottici mentre sono osservabili con l’Unistellar.

Come tutti gli strumenti intuitivi, c’è il rischio di perdere quel senso di meraviglia che deriva dall’osservare il cielo stellato e imparare a riconoscere costellazioni e posizioni celesti. La tentazione di sostituire questa esperienza con un semplice click sul cellulare è sempre dietro l’angolo non distinguendola da un video su Instagram confondendo ciò che si vede attraverso l’Evscope con quello che si trovano su Internet. Per gli appassionati di astronomia la sua essenza risiede nell’osservazione diretta del cielo e poter stare del tempo sotto un cielo buio.

Come per ogni grande cambiamento, ci vorrà del tempo per abituarsi a questa nuova tecnologia. È un po’ come il passaggio dai vecchi televisori a tubi catodici agli LCD: all’inizio, i vecchi modelli erano più facili da usare, ma la qualità visiva era inferiore. Con il tempo, però, gli LCD hanno conquistato il mercato, e la qualità è notevolmente migliorata rendendoli l’unico prodotto attualmente in commercio.

Carlo, uno dei nostri esperti in ricerca scientifica, condivide le sue impressioni: “I risultati sono sorprendenti: precisione assoluta nel puntamento, immagini straordinarie ottenute dopo lo stacking e facilità d’uso generale. Per gli appassionati del cielo profondo e nelle condizioni meteorologiche che abbiamo affrontato, l’Evscope si conferma un ottimo strumento per le serate divulgative. Tuttavia, aggiunge, “Manca quasi del tutto l’emozione e lo stupore che derivano dall’osservare campi stellari ricchi di stelle puntiformi e colorate, soprattutto per chi ama l’osservazione visuale in cieli bui.”

Matteo, il nostro referente per la ricerca scientifica, ci racconta la sua esperienza con il telescopio: “In un cielo latteo, in cui a malapena si distinguevano Sirio e Giove, grazie allo stacking ha tirato fuori un’immagine di M42 più che soddisfacente, a colori, e di gran lunga migliore di un singolo scatto fatto col mio Newton e la mirrorless. Anche nel puntamento ha un software veramente ben fatto. Niente a che vedere con un GoTo da allineare a due o tre stelle. Questo fa i suoi platesolve senza nemmeno dirlo e trova gli oggetti da solo.

Però, per un occhio abituato a fare visuale, l’esperienza è quella di guardare una foto statica. Non un campo punteggiato di stelle puntiformi che brillano. Chi ama fare visuale in un cielo buio con un non ci troverà soddisfazioni.

Chiarito che è un altro tipo di esperienza, devo dire che in un cielo inquinato e in assenza di Giove e Saturno, è una soluzione difficilmente battibile”

Stefano socio del grag evidenzia come “Non c’è che dire, si tratta di un prodotto veramente interessante, che consente di compiere osservazioni in tutta comodità, magari anche dall’interno della propria abitazione, con una semplicità imbarazzante (forse anche troppo). La civiltà odierna ci sta abituando a raggiungere obiettivi compiendo sempre minor sforzo. Per un neofita (come me), è veramente incoraggiante mettere il treppiedi in piano, installare la montatura comprensiva di gruppo ottico e avviare l’applicazione per osservare oggetti del profondo cielo in pochi minuti, anche in condizioni meteo non ottimali.
La mia impressione è quella di un ottimo “dispositivo” adatto sia alla divulgazione, sia per chi non voglia sforzarsi ad apprendere le dinamiche dell’universo con lunghe operazioni di allineamento, sforzando il proprio occhio a percepire la debole luce proveniente dallo spazio, ma vuole invece ottenere risultati immediati.
La realizzazione meccanica dello strumento sembra di ottima fattura per quanto riguarda lo chassis e le componenti meccaniche, ma la vera differenza è data dal software che lo gestisce (backend e app). Unica nota negativa è l’elevato costo, non propriamente giustificato delle componenti elettroniche utilizzate ma probabilmente dall’effort necessario allo sviluppo del telescopio (ingegnerizzazione e software).
Per chi volesse approfondire c’è un bel articolo di Gerd Waloszek con review e acquisizioni immagini prima e dopo interventi sullo strumento:
http://www.waloszek.de/astro_us_evscope2_e.php”

In conclusione, l’Evscope si conferma una soluzione imbattibile per l’osservazione astronomica in condizioni avverse. Sebbene possa risultare meno gratificante per gli amanti dell’osservazione visuale tradizionale, si rivela un prezioso alleato per esplorare il cielo e condividere la bellezza dell’universo con il pubblico e i neofiti o semplicemente chi ha meno tempo per dedicarcisi.

E non dimenticate di dare un’occhiata al nostro video, dove potrete percepire l’entusiasmo dei soci di fronte alle meraviglie dell’Evscope, e alle foto che condividiamo per mostrarvi cosa potrete vedere attraverso l’oculare di questo straordinario strumento.